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Aneddoti - Canzone Per Te
Fu la canzone con cui vinsi nel 1968 il Festival di Sanremo. Ero in coppia con Roberto Carlos, un cantante brasiliano che ha avuto una breve stagione di successo anche in Italia. Canzone Per Te, per quel che mi riguarda, consolidò quello che si chiama “successo”.
Era una canzone ben costruita, con un testo che si ricordava perché non diceva niente di profondo. C’è un brano però che mi piace molto, che si può considerare antitetico rispetto a certi schemi della canzone d’amore italiana
La solitudine che tu mi hai regalato
Io la coltivo come un fiore


[da “Sergio Endrigo” (Lato Side Editori, 1982)]
 
Feci sentire l’inizio di Canzone Per Te a Bacalov e lui mi disse subito: “Questo è un pezzo che funzionerà molto”. Per l’inciso di Canzone Per Te Bacalov mi aveva dato una paginetta in musica e mi disse che, se mi fosse servito un inciso, potevo adoperare quello. E quando scrissi la canzone mi sembrava che quell’inciso ci stesse benissimo, così chiamai Bardotti e gli chiesi di metterci le parole sopra. Io non sono mai stato generalmente un tipo autosufficiente per quanto riguarda la scrittura delle canzoni ed inoltre mi è sempre piaciuto scrivere insieme agli altri, collaborare con gli altri mi ha sempre fatto piacere.
Non avevo chiesto io che la seconda esecuzione della canzone fosse affidata a Roberto Carlos, di cui tra l’altro conoscevo soltanto un singolo, Quieto Que Va Tudo Pro Inferno. Canzone Per Te non la voleva fare nessuno: ci fu un provino anche di Astrul Gilberto, ma la sua voce era troppo esile per quel tipo di melodia e fu offerta senza successo anche a Iva Zanicchi. Alla fine qualcuno suggerì il nome di Roberto Carlos, così gli mandammo un provino e lui l’accettò. Lui poi l’ha incisa seguendo come riferimento il testo del provino, mentre nel frattempo io e Bardotti avevamo leggermente modificato le parole, e così la sua versione su disco è diversa da quella che ho inciso io. Quando Roberto Carlos tornò in Brasile dopo la vittoria di Sanremo c’erano migliaia di persone ad aspettarlo all’aeroporto, quasi fosse un divo della nazionale di calcio. È servito forse più a lui che a me vincere Sanremo. Quando facemmo la tournèe insieme invitò a casa sua, a cena, me e Bardotti, che in quel periodo faceva il pianista del gruppo che mi accompagnava. Ad un certo punto il padre, un uomo piccolo del nord-est brasiliano, mentre Bardotti parlava con una persona dello staff di Carlos dicendo “Certo, Roberto ha grande successo in Brasile per via della sua voce così calda e particolare...”, il padre, dicevo, si alzò in piedi e disse: “Ma che voce e voce, è stata la Madonna a farlo vincere!”.

[da “Sergio Endrigo. La Voce Dell’Uomo” (Edizioni Associate, 2002)]


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